The Mayfair Gazette, dall'edizione mattutina del 15 ottobre 1887

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    15 ottobre 1887  
    Al Drury Lane Theatre in scena il Giaurro di Lord Byron.
    Magistralmente interpretato
    dal grande attore russo
    Stanislav Mironov.


    di Gabriel Clarke

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    Drury Lane Theatre
    15 ottobre 1887 - Una Lezione di teatro con la L maiuscola, signori miei. Quello che è riuscito a fare Briar Krane è qualcosa che va al di là anche dell’inaspettato. Inaspettato, perché ormai, dopo decine di allestimenti in tutte le salse, non sai più nemmeno se e cosa aspettarti di nuovo. Eppure Krane c’è riuscito. Nel suo teatro, ieri sera, grande successo per “Il Giaurro” di Byron, interpretato magistralmente dal grande attore russo Stanislav Mironov. I bravi londinesi si sono lasciati sedurre ed hanno trascorso due ore in religioso silenzio rapiti da questa tragica storia d’amore e morte.
    Questo testo è rinato molte volte su diversi palchi, rivisitato, rifatto, riadattato, con un solo scopo: cercare d’afferrare il segreto di questo testo. Mironov decide di non rimanervi totalmente fedele e cerca di rivelarne il mistero nel modo apparentemente più semplice: mostrandolo nella sua interezza. E’ evidente il grande studio dietro la messa-in-scena di questo spettacolo, infatti tutto è curato nei minimi dettagli: i costumi disegnati e realizzati dallo stesso Mironov , l’allestimento scenico, le musiche, e l’interpretazione degli attori.
    Il Giaurro: tragedia non della passione, né della violenza, come è stata a volte chiamata; ma tragedia di un uomo, di un carattere, ben definito nello spazio e nel tempo. Un uomo che da solo riempie tutto il dramma, e ne è l’eroe. È una volontà che riceve stimoli all’azione dal mondo esterno, ma che questi fonde nella sua personalità e fa propri, senza perdere un atomo della libertà spirituale che è caratteristica di tutti gli uomini, e senza la quale non può esservi tragedia. Byron lo ha posto in un ambiente storico, in un tempo e in un luogo nei quali anche il soprannaturale era elemento della realtà.

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    Stanislav Mironov
    Vediamo svolgersi questo dramma con una logica interiore inflessibile.
    Il Giaurro/Mironov è incerto in principio, titubante; la tragicità del destino che lo attende lo scrolla fin nell’intimo, fa traballare, ma non distrugge nella sua coscienza le leggi morali che ne sono la base granitica. Ma vediamo anche come la realtà lo attanagli: la morte della sua amata è lo sprone della sua volontà incerta e vacillante e motore della Tragedia.
    Leila , creatura meno complessa, più elementare, che appunto perciò il destino, per mano del suo Signore Hassan, stronca così, semplicemente, senza trovare resistenza, è di quelle che tra il pensiero e l’azione non pongono intermezzo. Paga infatti con la vita la sfida al suo destino di concubina che osa innamorarsi di un infedele e tradire le leggi dell’harem.
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    Georgie Gordon Lord Byron

    Il Giaurro a questo punto ha ritrovato se stesso: ma attraverso quali sanguinose esperienze! L’assassinio di Hassan e dei suoi custodi ha fatto cadere il primo involucro della sua umanità. L’abisso ha chiamato l’abisso secondo la sua tragica necessità. La pazzia sembra afferrarlo per un istante, ma nulla lo fa trasalire. La morte di Leila, della tanto amata, non trae un lamento dalle sue labbra; il suo cuore è impietrito; non vive che la volontà atroce della vendetta.
    Il sangue cola a ruscelli in questa tragedia: si ha l’incubo del rosso nel riviverla integralmente. Una orribile gorgona ha abbacinato il Giaurro. Ma bisogna che il protagonista veda tutto il baratro nel quale egli è precipitato per persuadersi di ciò. Solo allora sente che tutto è crollato intorno a sé e si ritira in Monastero ad espiare la sua colpa.
    Il Giaurro di Mironov è stato un avvenimento artistico, al quale non possono essere estranei anche i nostri lettori, i quali sono i più degni d’avvicinare e di risentire i brividi di passione del grande poeta inglese.
     
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