La cravatta Ascot

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    Vecchio Gatto Stanco Di Vivere.

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    Articolo apparso sull'ottimo Georgiana's Garden, blog ricchissimo di informazioni e curiosità sull'epoca vittoriana e georgiana che vi invito a seguire, perchè si imparano sempre tante cose interessanti.

    Pubblico, col benestare di Mauser, l'articolo sulla Cravatta Ascot che a me personalmente fa tanto effetto vedere su un bell'uomo. Ognuno ha le sue fisse.

    A voi:


    La cravatta Ascot



    Cari lettori, oggi voglio entrare un minimo nel dettaglio dell'argomento cravatta che avevo già trattato qualche tempo fa, andando ad analizzare una particolare foggia di questo accessorio che fu molto in voga durante l'epoca Georgiana prima e Vittoriana poi.
    La cravatta Ascot.

    Il nome di cravatta Ascot arriverà solo con l'estrema popolarità che la corsa dei cavalli omonima acquisì a partire dalla Reggenza e dal fatto che fosse impiegata non solo dai presenti, per i quali sussisteva una rigida etichetta di outfit, ma anche dai fantini che gareggiavano, la cravatta Ascot è infatti diffusa ancora oggi nel mondo dell'equitazione, specialmente di quella in abito storico.

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    Un'illustrazione tardo-vittoriana mostra
    un uomo che indossa la cravatta Ascot



    Prima dell'epoca tardo-vittoriana o edoardiana in cui acquisì il nome di cravatta Ascot, questo particolare indumento era definito plastron ed era ugualmente molto diffuso, sebbene con qualche differenza estetica.
    Il nome dice chiaramente che non si trattava di un'invenzione britannica, ma francese, e la sua entrata in auge nella moda maschile è secentesca.

    In origine il plastron era una sciarpa da collo maschile, i materiali in cui era fabbricata variavano dalla seta al cotone, broccato e damasco erano molto in voga, i colori un po' meno dato che il bianco era l'unico consentito dall'etichetta.
    La sciarpa era più larga verso i lembi, tagliati diritti e ornati di pizzo alla maniera iberica, e sottile nella parte dove rimaneva sotto il colletto.
    Il plastron era passato sotto gli ampi colletti quadrati dell'epoca e annodato tramite un nodo piatto sul davanti, dove le due ali del colletto si aprivano coprendo le spalle. I due lembi così ottenuti venivano sovrapposti o annodati e lasciati penzolanti a coprire il davanti della giubba.
    Il modo di annodare il plastron non differisce molto da quello che si adopera ancora oggi per i foulard da uomo infilati nella scollatura della camicia.

    A tal proposito il nome plastron deriva dall'impiego miliatare di suddetto ornamento, dove i due lembi, che cadevano coprendo il petto, nascondevano proprio una parte dell'armatura definita piastra per la sua foggia, termine che in francese era plastron.

    Durante l'epoca Regency la moda variò, anche se minimamente.
    La cravatta Ascot concesse più sfumature bianco panna o grigio chiaro oltre al canonico candore immacolato. I lembi divennero a punta anzichè tagliati dritti e persero i loro ornamenti in pizzo e macramè irrimediabilmente passati di tendenza con lo stile minimalista e impero.

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    Il modo di annodare il fazzoletto/cravatta, che all'epoca non aveva ancora subito la sua separazione definitiva (cfr. La cravatta), rimase simile al passato, ma il materiale e la nuova moda dei fazzoletti da collo alti e importanti, particolarmente apprezza da Lord Brummell, fece sì che la parte non annodata fosse rimboccata nello scollo della redingote o della giacca, conferendo all'indumento un'aria soffice e voluminosa sotto il collo, esattamente ciò che facciamo anche noi con la sciarpa invernale quando è annodata.
    Poichè difficilmente la cravatta sarebbe rimasta in quella posizione a lungo [causa forza di gravità], per mantenerne la forma e il volume si incominciò ad adoperare una spilla o spillone che la bloccasse in una precisa forma. Lo spillone non doveva essere vistoso e la capocchia sufficientemente discreta da non essere giudicata pacchiana, generalmente era formato solo da un'asticella di metallo con un fermaglio che rimaneva sotto l'accessorio e una perla a vista di dimensioni accettabili..

    Col trascorrere del tempo e l'inizio dell'epoca Vittoriana la cravatta Ascot mutò nuovamente. La lunghezza si accorciò notevolmente e i due lembi che in origine arrivavano anche sotto il petto si ritirarono di lunghezza fino allo sterno. La lunghezza di una cravatta Ascot può essere identificata come una via di mezzo tra la cravatta classica e il farfallino.
    L'accessorio era sempre infilato sotto il colletto e annodato sul davanti in modi molto più aristocratici o complicati, masi mantenne l'effetto finale delle punte incrociate sul davanti e fissate tramite spilla.
    Descriverlo è un po' difficile, ma sono certa che le immagini di realizzazione siano molto più chiare e i video più esplicativi di come annodare il tutto.
    La spilla che fino a quel momento era stata portata in verticale iniziò ad essere disposta per orizzontale.

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    La nuova cravatta Ascot era adoperata sia dagli uomini che dalle signore, specialmente nella tenuta da amazzone che prevedeva linee più severe e diritte degli abiti a crinolina e tournure.
    La cravatta Ascot, molto più rigida di prima, venne prodotta in diversi colori, il bianco decadde in favore di tinte più forti, blu, rosso, verde, anche se il canone per la storica gara di cavalli rimase sempre e solo il grigio e nessun altra nuance era consentita nel palco reale.

    Oggigiorno le occasioni di indossare una cravatta Ascot sono davvero poche, anche perchè la sua foggia così aristocratica fa apparire la persona come una snob e pertanto si preferisce evitarla.
    Nei circoli elitari di Ascot rimane ovviamente l'unico accessorio maschile concesso, sebbene sempre più personaggi emersi dalla plebaglia si presentino alle corse in cravatta o, cosa anche peggiore, smoking da pinguino bianco e nero che è un abito da sera, non da giorno.

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    L'abbinamento corretto sarebbe con il tight, pantalone lungo a volte a righini, panciotto e giacca a coda, ma le code non piacciono a tutti e bisogna saper indossare il tight senza sembrare ridicoli o un cameriere
    finendo per fare la solita gaffe della camicia gialla all'Ikea, quindi un sempre maggior numero di persone cade nel tranello e s'infila lo smoking riciclato del matrimonio della sorella che non va assolutamente bene neppure ai matrimoni! Infatti il nero lo si porta di sera, mentre per il giorno è suggerito un grigio (dal tortora all'antracite) o un blu. Gli americani optano per colori più terricoli come verde scuro e marrone, ocra e siena, tuttavia i puristi, specialmente gli inglesi, li disdegnano senza ripensamenti trovandoli grezzi e provinciali.

    Ad ogni modo per un Capodanno non troppo informale o una cena di lusso, a patto di saperla indossare con sufficiente disinvoltura, la cravatta Ascot fa sempre la sua figura. Naturalmente la regola è mai strafare. Assolutamente inappropriata per l'ufficio o un appuntamento dove rischierebbe di dare un'impressione troppo aristocratica e snob, ideale invece per le feste in giardino di stampo chic, ad esempio un matrimonio all'aperto o in una villa d'epoca, ma in quel caso prestare attenzione a non mettere in ombra lo sposo che potrebbe aversene a male. Generalmente la cravatta Ascot fa un effetto meno disdegnoso se indossata da uomini che hanno passato la sessantina, con capelli ingrigiti: a quanto pare il taglio della cravatta si abbina splendidamente al grigio dei capelli e a barba e baffi.

    So che a fronte di quanto appena detto può apparire un po' strano, ma in passato la cravatta Ascot era considerata un accessorio maschile assolutamente informale.

    Un'usanza che ha preso piede di recente è quella di impiegare la Ascot come cravatta da matrimonio per lo sposo. A differenza del nodo di cui abbiamo parlato prima, però, questa variante recente viene arrangiata con un tipico nodo da cravatta, un Windsor, un Albert o un Victorian. L'effetto finale è una cravatta dall'aspetto più voluminoso e più corta, il nodo risulta arricciato e infatti nei paesi anglosassoni questo particolare effetto viene chiamato scrunchie, che significa arricciato.

    In questo video un ragazzo spiega e mostra come creare questo particolare nodo



    Io adesso vi saluto, spero che questo breve approfondimento sia stato interessante.
    Vorrei ringraziare in particolare il mio papà, grande appassionato e fonte di millemila strambe cravatte, per l'aiuto che mi ha dato, ma soprattutto, per la sua faccia inorridita quando gli ho detto che per quel che ne sapevo io la cravatta Ascot era una cravatta da matrimonio... ecco da dove è nato tutto, il suo senso del dovere nello spiegarmi che in effetti non era esattamente così.
    Mauser
    Georgiana's garden
     
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