IL MATRIMONIO VITTORIANO

tratto da Daily Life in Victorian England di Sally Mitchell

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Vecchio Gatto Stanco Di Vivere.

    Group
    Administrator
    Posts
    2,655

    Status
    Offline

    daily-life-in-victorian-england-sally-mitchell-hardcover-cover-art



    Daily Life in Victorian England - Sally Mitchell
    Matrimonio



    I matrimoni elaborati erano appannaggio unicamente dell’elite, benché nel tempo siano diventati più diffusi, fino a diventare la norma (ove possibile) verso la fine dell’epoca Vittoriana (Lo ricordiamo: 1901 con la Morte di Vittoria a febbraio).

    I poveri e la classe lavoratrice risparmiavano e facevano sacrifici per i funerali, ma si sbattevano decisamente di meno per i matrimoni. Spesso la madre della sposa non presenziava neppure alla cerimonia, ma rimaneva a casa a cucinare per la nuova coppia. La sposa e lo sposo, nei loro vestiti della domenica andavano in chiesa presto, insieme agli amici che fungevano da testimoni. Poi tornavano a casa per la colazione (ricca e ipercalorica colazione vittoriana spaccacoronarie). Si prendevano un giorno di vacanza dal lavoro, ma a volte lo sposo ritornava subito al lavoro e la sposa rimaneva a casa a disfare i bagagli e sistemare la nuova abitazione.

    Molte coppie borghesi andavano anch’esse in chiesa prima della funzione in un giorno feriale e dopo facevano una piccola colazione-rinfresco in famiglia.

    L’abito bianco non divenne d’uso comune prima del 1870: le spose borghesi si sposavano in abiti colorati. L’abito era ‘nuovo’, fatto apposta per il matrimonio, ma doveva servire anche in seguito per andare in chiesa la domenica o fare visite di cortesia. Era l’abito ‘buono’ della donna borghese in pratica.
    Poteva essere pastello, o di taffetà color bronzo, seta color vinaccia o viola scuro. In ogni caso, qualunque fosse il colore dell’abito, la sposa indossava un delicato velo bianco che le copriva testa e parte superiore del corpo (scendeva fin sotto le spella, come il velo da lutto stretto).

    L’elite Vittoriana ha sviluppato i canoni matrimoniali che sono stati in voga a lungo e sono divenuti ‘tradizionali’ Dopo che il futuro sposo aveva parlato con il padre della sposa, gli avvocati di entrambe le parti si mettevano al lavoro stilando un accordo prematrimoniale dettagliato. La durata ottimale del fidanzamento, dicono i manuali pratici dell’epoca, è dai 6 ai 12 mesi.

    I matrimoni ordinari venivano annunciati in chiesa durante la funzione per 3 domeniche consecutive. Secondo certi libri di etichetta, però era di cattivo gusto far leggere i propri nomi ad alta voce in chiesa e non andava bene per la gente raffinata, tanto che si pagava per la licenza che permetteva di evitare l’annuncio pubblico . Un’ulteriore, costosa, licenza permetteva alla coppia di sposarsi in una chiesa alla moda piuttosto che nella parrocchia della promessa sposa (qualora questa non fosse ‘in’).

    Prima del 1857, le coppie che si volevano sposare in segreto e subito potevano fuggire in Scozia. Il luogo tradizionale deputato alle fughe era Gretna Green, appena oltre il confine dobve per tradizione il fabbro ferraio svolgeva la funzione di testimone di nozze. La fuga a Gretna Green era considerata romantica e scandalosa, e i motivi del matrimonio segreto erano i più disparati e ci potete arrivare benissimo anche da soli.

    L’Estate era il momento preferito e più accettabile per sposarsi. La coppia di sposi dava un ricevimento pomeridiano e casalingo per gli amici e i conoscenti non invitati al matrimonio vero e proprio il giorno prima. La sera invece c’era una cena a cui partecipavano sposo e testimone uomo: durante la serata gli uomini si ritiravano in biblioteca per firmare gli accordi matrimoniali stilati dagli avvocati.
    Lo sposo di solito ha un ‘attendente’ o ‘testimone’ che di solito è un suo fratello o il suo migliore amico. Fino al 1890 gli uomini non si sposavano in nero, ma indossavano completi che potevano essere blu, color vino o viola, con i pantaloni di un tono più chiaro rispetto alla giacca.

    Negli anni '80 del 1800, il ‘frock coat’ o ‘cappotto a tunica’ (quello a ‘lunghe falde’ che mi piace tanto e metto a quasi tutti i miei PG) venne gradualmente sostituito dal ‘morning coat’ (giacca da matrimonio in voga ancora oggi, corta davanti e lunga dietro, tipo).

    suits-victorian-frock-coat
    FROCK COAT



    6a0133f5c85e58970b014e881e4ab4970d-800wi
    MORNING COAT



    La sposa poteva avere fino a 12 damigelle, di cui sceglieva lei stessa l’abito, che doveva avere per tutte lo stesso stile ma non necessariamente lo stesso colore. L’abito da sposa era un abito ‘da pomeriggio’ alla moda, assolutamente non scollato e non simile ad un vestita da sera, che invece andava molto scollato e smanicato.

    Se la sposa era già ‘in società’ veniva presentata alla Regina una seconda volta, quasi ‘rinascesse’ come donna sposata in una nuova identità. In parte per questo, divenne tradizionale il bianco: alla Regina Vittoria ci si presentava di solito in bianco, L’Etichetta però vuole un vestito da sera elegante, ovvero scollato e smanicato? Che fare? Da qui il vestito da sposa con corpetto staccabile in pizzo che copriva modestamente la scollatura e le braccia della sposa in chiesa.

    29129-large
    WEDDING GOWN



    Nonostante l’ossessione vittoriana per i funerali, un matrimonio si cancellava solo se il lutto era molto grave e stretto.
    Nei matrimoni molto alla moda ancche le damigelle erano in bianco e i bambini erano tutti vestiti come Lord Fauntleroy o col Kilt e fungevano da portatori dello strascico.


    image002-718003
    FAUNTLEROY
    (agghiaccianti ‘sti bambini)



    jpg
    Victorian Orange Blossom Bridal wreath


    Dal 1840 divenne popolare l’uso di fiori d’arancio come coroncine nuziali. Altri generi floreali erano forniti agli invitati maschi, da indossare all’occhiello, in luogo delle bomboniere.

    L’anello nuziale era una vera d‘oro assolutamente liscio e pesante, così concepita perché la donna non la dovesse mai più togliere – quindi niente arzigogoli o pietruzze varie. Lo sposo faceva un regalo alla sposa: un gioiello, magari di famiglia (non ridete, intendo magari l’anello della mamma defunta o roba simile).

    unique-engagement-rings1
    GIOIELLO DI FAMIGLIA


    I matrimoni non potevano in alcun modo essere privati: chiunque si poteva imbucare e siccome non c’era granché da vedere all’epoca, erano frequentatissimi dai curiosi nei loro abiti più belli.
    Dopo che gli invitati si erano accomodati in chiesa, le damigelle si appostavano all’entrata, mentre lo sposo e il testimone attendevano all’altare. La sposa entrava al braccio di suo padre. Dopo la funzione, gli sposi si ritiravano in canonica per firmare i documenti insieme ai vari testimoni.
    Ci si sposava nelle ore ‘canoniche’: dalle 8 AM alle 3 PM (dopo il 1880). Se la cerimonia era il mattino, seguiva una colazione, ma l’orario più alla moda negli anni 1880 era le 2:30 PM e il ricevimento alle 4.00 PM era un tè pomeridiano piuttosto elaborato, non un pranzo. In ogni caso, la cosa si svolgeva in casa della sposa, nella spaziosa sala ricevimento che qualunque famiglia dell’elite vittoriana aveva per occasioni come questa.
    Dopo che la sposa aveva tagliato la Torta, gli sposi si cambiavano d’abito per il viaggio di nozze. Se c’erano molti ospiti di fuori città, la sera c’era un ballo a cui però gli sposi NON partecipavano (essendo ormai partiti per il viaggio di nozze).
     
    Top
    .
0 replies since 26/6/2012, 13:03   1000 views
  Share  
.